DIARIO DI VIAGGIO INDIA DEL NORD

• 1° tappa: New Delhi – giorni 2

Voliamo con Air India da Milano Malpensa e dopo 8 ore arriviamo a New Delhi, il punto di partenza del nostro viaggio. Soggiorniamo nella zona di Puharganj, menzionata dalla Lonely Planet come quartiere tranquillo dei backpackers con strutture economiche. In realtà, la zona è poco raccomandabile. Cambiamo quindi sistemazione e optiamo per la zona di Patel Nagar.

Decidiamo di trascorrere due giorni pieni nella capitale indiana, ma anche una giornata è sufficiente: è difficile amare New Delhi, con il suo caos e inquinamento.

I must do di New Delhi

–   Il Red Fort

Visitate il palazzo rosso degli ultimi imperatori della capitale indiana. Prediligete il tardo pomeriggio, quando il forte viene illuminato da giochi di luci. Tenete a mene che il forte è chiuso il lunedì.

–   La moschea Jama Masjid

Nella parte vecchia della città, si erge l’imponente moschea Jama Masjid. Toglietevi le scarpe e, se volete evitare di pagare la mancia per il loro deposito, portatele con voi nello zaino.

–   Il colorato e chiassoso mercato Chandni Chowk e lo Spice Market: una delle esperienze da non perdere in India del nord.

• 2° tappa: alla scoperta del Ladakh – giorni 2

Inizia la tappa del viaggio dedicata al trekking nella regione himalayana del Ladakh.

Di prima mattina, prendiamo di prima mattina il volo per Leh, prenotato dall’Italia in anticipo. Arrivati a destinazione, ci dirigiamo verso Zangsti Road, dove si trova la maggior parte delle strutture economiche, e pernottiamo presso il Bimla Hotel: il posto è molto spartano ma ha un buon prezzo (meno di 10 Euro a notte per camera) e il wi-fi incluso. Il resto della giornata è dedicato alla visita della cittadina. Facciamo tutto con calma,  i 3.500 m di altitudine si fanno sentire!

Prenotiamo presso il Bimla Hotel un’escursione in giornata nella Nubra Valley. L’escursione classica è di 2 giorni ma abbiamo poco tempo a disposizione e decidiamo di concentrare il tutto in un giorno. Preparatevi a sobbalzare per bel po’ di ore in macchina e a probabili conati di vomito: la strada per varcare il passo Khardung La, che secondo gli abitanti del posto è il passo carrozzabile più alto al mondo, non è asfaltata e per arrivarci occorre superare una serie infinita di tornanti; gli indiani, poi, non brillano nella guida. Ne vale la pena? Si! E’ una sensazione fantastica arrivare al passo a più di 5000 metri, ammirare gli isolati templi buddisti a Diskit arroccati su speroni rocciosi e trovarsi improvvisamente in un piccolo deserto a dorso dei cammelli a Hunder. Sono davvero necessari due giorni? A nostro parere no: a meno che non vogliate fare trekking nella Nubra Valley, l’escursione può essere concentrata in una sola giornata.

• 3° tappa: toccata e fuga dal Kashmir – giorni 4

Ci spostiamo in macchina verso Srinagar, nel Kashmir. Lo spostamento in jeep è lungo e dura circa 7-8 ore, ma il viaggio consente di ammirare paesaggi incredibili del temibile passo ZoJi La. Arriviamo nella triste e cupa Srinagar, assediata dai militari. Dopo una visita veloce della cittadina, ci prepariamo per affrontare il programmato trekking al Gangabal Lake di 6 giorni e 5 notti.

Colpo di testa! Cambiamo i programmi e ritorniamo in città al terzo giorno dell’escursione: la zona è una discarica in mezzo alla natura, il trekking si rivela quasi inesistente e le continue insistenze del pony boy nel venderci hashish non ci fanno sentire a nostro agio. Ritorniamo sul nostro piano iniziale, accantonato appena arrivati in India: la scalata dello Stok Kangri nel Ladakh.

• 4° tappa: la scalata dello Stok Kangri – giorni 4

Lasciamo Srinagar e ci dirigiamo verso Leh: il viaggio è snervante e sembra non finire mai, non vediamo l’ora di tentare la scalata. Arrivati a Leh ci affidiamo all’agenzia contattata previamente via mail Safari Ladakh: l’escursione dura tre giorni e prevede due notti in tenda presso i campi base.

Alle 8:00 siamo in auto da Leh verso Stok da dove tutto inizia.La nostra guida per i prossimi 3 giorni sarà Weagon, ma si fa chiamare Stewart. Raggiungiamo verso pranzo il primo campo a 4000 mt e ci fermiamo per acclimatarci.

Al secondo giorno raggiungiamo in un’oretta il base camp a 5000 mt da cui in nottata comincerà la scalata. Verso mezzanotte con l’aiuto delle torce frontali iniziamo la salita, ma dopo mezz’ora di cammino la nostra guida si ritira: non si sente bene. Ce la dovremo cavare da soli. Spaventati, decidiamo di proseguire e di seguire le altre guide in cammino. Con nostro stupore, però, alcuni escursionisti impediscono alle loro guide di darci una mano: vogliono proseguire da soli, senza di noi. La solidarietà, questa sconociuta!

Non vogliamo assolutamente mollare e proseguiamo la salita sul ripido ghiacciaio. Sono le 5:30 e aspettiamo qualche guida che ci possa accompagnare legati in cordata fino in punta. Dopo due ore di inutili e sconsolate attese, gelati dal freddo, decidiamo di salire senza corda con le nostre sole forze. Incontriamo per fortuna una guida che ci offre parte della corda del suo cliente. Dopo più di un’ora in cordata, abbiamo fatto pochi passi: l’escursionista con la guida non riesce a muoversi ed è sfinito, si accascia ripetutamente sul ghiaccio. Per non rimanere fermi a congelarci dal freddo, abbandoniamo la gentile guida e proseguiamo senza corda da soli inserendosi tra un gruppo di escursionisti norvegesi.

L’ossigeno si dirada sempre più ed il sole inizia a scaldarci lentamente. Arriviamo alle 9:00 siamo sulla vetta più alta della regione del Ladakh. Una soddisfazione incredibile, ce l’abbiamo fatta!

Quello che non sappiamo è che comincia solo ora la parte più difficile della scalata: siamo arrivati in cima in ritardo e il ghiaccio ha cominciato a sciogliersi, è veramente difficile scendere! Il percorso per tornare alla base sembra non finire mai! Torniamo a Leh sfiniti, senza energie, ma con un’adrenalina addosso indescrivibile.

Qui di seguito il link al nostro video della scalata dello Stok Kangri.

• 5° tappa: Agra, Jaipur e Jodhpur – giorni 5

Ritorniamo in aereo a New Delhi e prenotiamo nella stazione centrale i biglietti in giornata per andare ad Agra. Dopo circa 3 ore, arriviamo a destinazione.

Agra ci accoglie con un caldo e un’umidità soffocante che non ci darà tregua fino a quando non la lasceremo. Per cena ci fermiano al Mama Chicken, un locale che cucina il tipico street food indiano: optiamo per roll al pollo e al formaggio accompagnato da un butter naan (un sorta di focaccia all’olio). La città può essere tranquillamente visitata anche in una sola giornata, partendo verso il tardo pomeriggio in treno per raggiungere la seconda meta del Rajastan. Il giorno successivo ci svegliamo poco prima dell’alba per ammirare il maestoso Taj Mahal: i turisti sono relativamente pochi e l’atmosfera è suggestiva. Conclusa la visita al Taj Mahal ci perdiamo nelle stradine affollate del mercato di Agra.

Al secondo giorno prendiamo un autobus locale per dirigerci verso Fathepur Sikri. Come al solito, è il viaggio e non la meta la parte più affascinante: siamo completamente calati nella vita locale accanto alle persone del posto e ci godiamo il tragitto in bus di circa un’ora e mezza. Ciò che ci sorprende non è tanto il palazzo reale, unica tappa turistica del luogo, quanto il mercato del paese: è uno dei più belli, chiassosi e pieno di colori che abbiamo visto in tutto il nostro viaggio in India. In serata prendiamo il treno con direzione Jaipur, la Città Rosa.

Arrivati a Jaipur, decidiamo di pernottare nella parte vechia della città: è un’ottima posizione per visitarla e consente di non dovere continuamente spostarsi con i tok tok.

Al mattino visitiamo il Fort Amber. Decidiamo di bypassare l’escursione (molto turistica) a dorso degli elefanti all’interno del forte. Oltre al trattamento atroce a cui gli elefanti sono sottoposti, si tratta di un’attrattiva non così entusiasmante: l’escursione, infatti, si riduce a rimanere seduti sulla portantina in groppa all’elefante, in coda a un’altra cinquantina di animali, che risalgono la salita per arrivare al forte.

Procediamo verso il Panna Meen Ka Kund, una tappa fuori dalle principali rotte turistiche di massa: si tratta di un’enorme pozza d’acqua, circondata da pareti piene di miriadi di scale a zig zag. E’ un luogo  a dir poco surreale!

Altra tappa è  il tempio di Galta (cd. il tempio delle scimmie). Di scimmie ce ne sono davvero poche ma vale la pena percorrere la lunga salita e arrivare sino alla sommità della collina: da qui è possibile ammirare la parte vecchia della città da cui si stagliano gli edifici rosa che la rendono così famosa.

Dedichiamo il pomeriggio alla visita della città vecchia: ci perdiamo tra la miriade di vicoli e i chiassosi bazaar, concludendo con la visita all’Hawa Mahal.

Il giorno successivo prendiamo il treno e arriviamo in tarda mattina a Jodhpur, la città blu. Jodhpur  è piccola e può essere tranquillamente visitata in una giornata per poi ripartire in serata. Purtroppo, l’unico treno notte disponibile per ritornare a Delhi parte il giorno successivo di sera. La città offre un panorama imperdibile dal Forte della città, il più grande di tutto il Rajasthan: da qui si può ammirare la parte vecchia della città rinomata per le case tinte di azzurro. Camminiamo senza sosta tra i vicoli della città, ripassando più e più volte nel piccolo mercato dove si staglia la torre dell’orologio. Di sera, ceniamo sul tetto di uno dei tantissimi ristoranti con vista sul Forte illuminato.

• 6° tappa: Varanasi – giorni 3

Dopo un lungo viaggio notturno in treno da Jodhpur, arriviamo al mattino a New Delhi e nel pomeriggio prendiamo il volo aereo verso Varanasi. Arriviamo in serata e pernottiamo presso uno dei tali alberghi lungo le sponde del Gange.

I must do di Varanasi

– La cucina locale

Degustate lo squisito lassi al famoso Blu Lassi e assaporate lo street food locale: eccezionale è il dosa! Vale come sempre la regola generale: scegliere la bancarella o il ristorantino con maggiori avventori indiani. Abbiamo testato entrambi e siamo usciti perfettamente indenni di stomaco.

–  Dopo aver visitato la Old Varanasi, dirigetevi verso nord all’interno della città e perdersi nelle piccole vie

–  Organizzate un’escursione in barca sul Gange poco prima del tramonto: questo vi consentirà di stracciare un prezzo più basso. Terminata l’escursione, raggiungete a piedi il ghat principale dove ogni sera si tengono le celebrazioni hindu

• 7° tappa: Kolkata – giorno 1

Da Varanasi ci spostiamo con un treno notte a Kolkata, dove nei nostri programmi iniziali trascorreremo l’ultima intera giornata del viaggio. Più facile a dirsi che a farsi! Il treno tarda di 4 ore e durante la rotta accumula ritardo.  Arriviamo a Kolkata verso mezzogiorno e i nostri progetti di visita sfumano.

Decidiamo di concentrare la visita nella zona nord della città, servendoci dell’impeccabile metro.

Calcutta è stata la città più moderna, organizzata e pulita che abbiamo avuto l’occasione di visitare in India. Puntiamo verso la zona di China Town e di Bara Bazar: i mercatini sono bellissimi e si è a diretto contatto con la vita locale. La città offrirebbe molte altre attrattive ma il tempo a disposizione è ormai finito. Il giorno successivo si torna a casa.