DIARIO DI VIAGGIO INDONESIA

Denpesar, aeroporto di Bali. E’ la prima tappa del nostro viaggio in Indonesia. E’ il nostro primo incontro dopo più di 8 mesi distanti: dopo aver viaggiato on the road in Australia, Teo si è fermato nel Continente Rosso per un anno alla ricerca di fortuna e ora è pronto a ritornare in Italia. Prima però ci aspetta un’altra avventura: l’Indonesia.

• 1° tappa: Bali – giorni 4

Dedichiamo a Bali ben 4 giorni, che ci permettono di cogliere gli aspetti negativi dell’isola: troppo trafficata da turisti e troppo occidentalizzata; due giorni sono più che sufficienti. Soggiorniamo a Ubud, nel cuore dell’isola, un po’ meno affollata dai visitatori, presso la “Guest House Kudos”.

I must do di Bali

– Pura Tanah Lot

E’ il tempio più visitato di tutta l’isola e simbolo delle cartoline di Bali. Il panorama è affascinante: il tempio è arroccato in cima a una scogliera che scende a strapiombo sull’oceano. Cercate di arrivarci di prima mattina per evitare la calca dei turisti.

– Sacred Monkey Forest Sanctuary

Camminate nel fitto tratto di giungla per raggiungere tre templi sacri. Lungo il tragitto fate attenzione ai branchi di macachi dispettosi: cercate di non avere in vista cibo per evitare di essere assaliti dalle scimmie.

– Una camminata suggestiva nei villaggi circostanti di Ubud, tra le piantagioni di caffè e le risaie

–   Pura Tirta Empul

Nei dintorni di Ubud, si trova il Pura Tirta Empul, il tempio dell’acqua sacra di Bali. E’ il tempio che più ci ha colpiti tra i moltissimi luoghi di culto dell’isola. E’ un angolo di paradiso immerso nella foresta e l’atmosfera è suggestiva: le famose sorgenti sacre zampillano in una grande piscina dove le gente locale si immerge per il rito della purificazione.

– Assistere all’esibizione della danza Kekak

Il Kekak è una delle danze tradizionali balinesi più famose: le movenze dei danzatori, quasi in trance intorno a un grande fuoco, sono accompagnate da un coro di uomini che eseguono il caratteristico suono “chack”

– I warung di pesce di Jumbaran, a Bali sud

Prendete un taxi e dirigetevi all’ora di cena verso Bali sud per arrivare ai numerosi warung di pesce: mangerete direttamente sulla spiaggia dell’ottimo pesce pescato in giornata.

• 2° tappa: Gili Air – giorni 3

Salpiamo da Bali alla volta di Gili Air, a due ore di distanza. Il viaggio in motoscafo è turbolento e l’odore di vomito degli altri viaggiatori colpiti dal mal di mare si fa sempre più insistente e insopportabile.

Per fortuna, il mare si calma arrivati a destinazione. Scendiamo dalla barca con un piccolo balzo in acqua e ci appare una bellissima isola verde e piatta, circondata da un anello di mare azzurro. Cominciamo ad attraversare l’isola per trovare una sistemazione economica. La pace e il silenzio circostanti sono a tratti interrotti dal suono dei campanacci delle mucche che con la loro lenta andatura trainano carri. Riusciamo a trovare una bellissima sistemazione in un bungalow sulla spiaggia a un prezzo stracciato.

Nei giorni successivi facciamo snorkelling e riusciamo con un’escursione organizzata a nuotare fianco a fianco con le tartarughe.

• 3° tappa: Kuta Lombok – giorni 2

Da Gili Air arriviamo in motoscafo a Pamenang, il porto a nord dell’isola di Lombok.  Prendiamo un pulmino locale e in circa due ore arriviamo a Kuta, dove ci aspetta un’altra giornata di mare e passeggiate accanto alle scimmie e alle mangrovie sotto gli sguardi incuriositi dei bambini del posto.

Con cognizione di causa, se avessimo trascorso meno tempo a Bali, anziché optare per Kuta, avremmo senz’altro organizzato l’escursione al monte Gunung Rinjani, 3.726 m di altezza: durante il nostro viaggio, incontriamo diversi viaggiatori che ci raccontano entusiasti della scalata. Pare essere un’esperienza bellissima. Ci mangiamo un po’ le mani!

• 4° tappa: escursione nelle isole indonesiane – giorni 4

Salpiamo da Lombok con il tour Kenkana Adventure di 4 giorni e 3 notti: la barca è piccola, molto spartana e ci si trova a dormire tutti insieme su dei sottili materassini nella parte rialzata del piano di coperta.

Passiamo una notte “movimentata” nel pieno di una tempesta. Un’esperienza che non auguriamo a nessuno, ma siamo fortunati: una barca partita il nostro stesso giorno durante la tempesta ha avuto problemi al motore ed è rimasta bloccata in mare aperto per l’intera notte. La nottata da incubo è però ripagata dall’ottimo cibo servito in barca e dalle escursioni in snorkelling nelle acque cristalline di bellissime isole dell’Indonesia: Moyo Island, Satonda Island, la spiaggia rosa di Gili Lawa. Arriviamo al parco nazionale di Komodo dove ci attende un piccolo trekking alla scoperta dei leggendari varani, enormi lucertole lunghe 2-3 metri con il cui morso iniettano un veleno in grado di uccidere.

Il tour termina nell’isola di Flores, al porto di Labuanbajo, dove organizziamo la visita dell’isola per i successivi giorni.

• 5° tappa: alla scoperta di Flores – giorni 7

Per contenere il budget, condividiamo il viaggio nell’isola di Flores con due ragazze danesi incontrate nel tour in barca, Jeanne e Malene.

Da Labuanbajo ci dirigiamo a Ruteng a circa 4 ore di macchina. Qui, il nostro guidatore ci mette in contatto con una guida locale, Marcelino Toa, con la quale organizziamo un trekking di due giorni nel cuore della foresta pluviale di Flores: una delle esperienze più incredibili ed emozionanti del viaggio! Veniamo ospitati dagli ngadi, abitanti di un remoto villaggio nascosto nell’altopiano nei dintorni di Bajawa: in un primo momento, ci guardano un po’ timorosi, non sono abituati a visite di stranieri; poi, sciolto il ghiaccio, prendono i loro strumenti musicali e cominciano a intonare e ballare le loro canzoni tradizionali.

Lasciamo a malincuore i bambini del villaggio e arriviamo a Riung, dopo un viaggio di circa 5 ore in macchina. Il giorno successivo ci attende un’altra bellissima giornata tra i coralli del mare cristallino e le spiagge bianche del Seventeen Islands Marine Park.

Arriviamo al parco nazionale del Kelimutu, simbolo dell’isola di Flores. Si tratta di un vulcano nei cui crateri sono incastonati tre laghi variopinti, separati tra di loro, che cambiano colore continuamente grazie alla reazioni chimiche dei minerali presenti nell’acqua. Il momento ideale per ammirare il panorama è l’alba: dopo una scarpinata di circa mezz’ora, arriviamo in vetta e assistiamo ai giochi di luci e colori dei tre laghi.

Dopo l’alba in cima al Kelimutu, partiamo per Maumere. Qui, il nostro viaggio in condivisione con le ragazze danesi finisce: loro faranno tappa a Bali, noi invece partiremo alla volta di Jakarta, il cui volo parte dall’aeroporto di Maumere due giorni dopo. Dedichiamo un’altra giornata allo snorkelling presso un’isoletta a poca distanza da Maumere: qui, i coralli sono stati in parte distrutti dall’ondata di maremoto che ha sconvolto il paese negli anni ’90 ma stanno cominciando a ricostituirsi.

• 6° tappa: Borneo indonesiano – giorni 9

Arrivati all’aeroporto di Maumere abbiamo un colpo di testa: perché andare nella trafficata Jakarta, quando possiamo vivere un’esperienza all’avventura nelle incontaminate terre del Borneo indonesiano? Riusciamo a cambiare aereo pagando un piccolo sovrapprezzo e ci dirigiamo verso Banjarmasin, facendo scalo di un giorno a Makassar, città nel Sulawesi.

Banjarmasin ci accoglie con un’umidità alle stelle che fino a quel momento ci aveva graziati. Ci dedichiamo 2 giorni pieni, visitando i bellissimi mercati galleggianti a bordo di piccole imbarcazioni, i villaggi e le scuole locali e la miniere di diamanti dove assistiamo a condizioni lavorative veramente precarie: tanti ragazzi sono immersi dal mattino sino a sera nel fango alla ricerca di diamanti e altri materiali preziosi per una paga misera.

Lasciamo Banjarmasin per affrontare un trekking nella foresta pluviale del Borneo con la nostra guida Joe. Un’altra esperienza indimenticabile: arriviamo a una piccola cascata e, ignari della presenza di sanguisughe, ci tuffiamo in acqua seguendo la nostra guida spericolata. Soggiorniamo per la notte presso un villaggio: abbiamo portato con noi delle caramelle e dei dolci per i bambini , che in un primo momento si avvicinano a noi timorosi e poi ci circondano per chiedere altri dolci.

Di ritorno dal trekking voliamo verso Pangkalan Bun, punto di accesso al Tanjung Puting National Park. Da qui, partiamo a bordo di una piccola imbarcazione, il Klotok, e risaliamo il fiume Sekonyer fino ad arrivare al Camp Leakey: ci muoviamo in libertà tra i canali navigabili del parco alla ricerca degli orangutan e delle scimmie nasiche. Il contatto con gli animali è diretto: camminano tranquillamente vicino ai visitatori.  Ma attenzione: mai fare gesti repentini e improvvisi.

• 7° tappa: Jakarta – giorno 1

Da Pangkalan Bun voliamo verso Jakarta. Non vorremmo fare altro che scappare! La capitale indonesiana è una città difficile da amare: è un enorme agglomerato di cemento quasi impossibile da percorrere a piedi, l’aria è irrespirabile a causa del costante traffico che blocca le strade, il caos è all’ordine del giorno e l’urlio dei clacson fa da persistente sottofondo. Per fortuna trascorriamo a Jakarta solo una giornata, il giorno successivo ci attende il volo per ritornare in Italia.