• 1° tappa: Mandalay – giorni 2
La capitale birmana è caotica, polverosa, imbottigliata nel traffico e assordata dai clacson della miriade di motorini che circola per le strade. Vale però la pena includerla tra le tappe del viaggio e fare partire l’itinerario da qui. Per la visita di Mandalay è più che sufficiente un giorno e mezzo.
I must do di Mandalay
– Mandalay Hill
Percorrete a piedi nudi le lunghe scalinate coperte dalle lamiere fino ad arrivare al punto panoramico con vista a 360° sulla città. Il tramonto è l’ora di punta dei turisti, ma è anche una buona occasione per scambiare due chiacchiere con i giovani monaci buddisti del luogo.
– Il mercato Zeigyo
Passeggiate senza meta tra la miriade di bancarelle e tra i cumuli di spezie dai colori vivi.
– La cerimonia buddista presso il Mahamuni Paya
Mettete la sveglia prima dell’alba e recatevi alla cerimonia religiosa presso il Mahamuni Paya: alle 4 del mattino i fedeli, vestiti con abiti variopinti, portano le loro offerte a una grande statua d’oro raffigurante il Buddha, il cui viso viene nel frattempo lustrato da alcuni monaci. Il rito si svolge al ritmo di canti tradizionali: è un’atmosfera molto suggestiva.
– I dintorni di Mandalay
Contrattate con un taxi per recarvi nei dintorni di Mandalay, ad Amarapura e Sagaing. Ad Amarapura percorrete l’U-Bein Bridge, il ponte pedonale in legno di teak più lungo del mondo, e assistete alla processione dei monaci presso il monastero Maha Ganayon Kyaung, che si tiene ogni giorno prima delle 10 del mattino. La processione è di per sè molto turistica: il monastero è, infatti, letteralmente invaso da calche di turisti che – non curanti – disturbano il passaggio dei monaci cercando di catturare quante più immagini possibili con le loro fotocamere ingombranti. Tuttavia, il monastero merita di essere visitato: allontanatevi dalla folla di turisti e percorrete le stradine che portano alle casette in legno per potere immergervi nel silenzio e osservare la vita quotidiana dei monaci.
• 2° tappa: escursione in moto a Kyaukme – giorni 3
Lasciamo Mandalay e prendiamo un autobus locale con direzione Kyankme. Arrivati a destinazione incontriamo la guida con cui ci eravamo messi in contatto dall’Italia per organizzare l’escursione in moto. Partiamo il giorno succcessivo con altri 5 viaggiatori.
Il panorama lungo il tragitto è rilassante: gli abitanti del posto chini a lavorare nelle risaie, i bambini che corrono giocando in mezzo alla strada; ci fermiamo presso alcune abitazioni per assistere alla lavorazione del bamboo, del ferro e delle altre attività artigianali della zona. In serata dormiamo in un villaggio tra le colline.
• 3° tappa: la valle dei templi di Bagan – giorni 3
Torniamo a Mandalay e con un pulmino ci dirigiamo verso Bagan. Arriviamo nel tardo pomeriggio e troviamo una sistemazione economica in New Bagan. Decidiamo di noleggiare per la visita della valle dei templi un e-bike, consigliabile rispetto a una bici tradizionale, in quanto i numerosi sentieri da percorrere si articolano sulla sabbia.
Abbiamo a disposizione un secondo giorno a Bagan e decidiamo di dedicarlo alla visita del Monte Popa, che si trova a circa due ore di distanza. Riusciamo a contenere il budget, condividendo la corsa in taxi con altri due viaggiatori incontrati in albergo. Sul picco roccioso del Monte Popa si erge un bel tempio, a cui si arriva percorrendo a piedi nudi lunghe scalinate. Fate attenzione a non avere lungo il tragitto cibo in vista: scimmie dispettose possono saltarvi addosso per accalappiarsi il bottino.
Dal Monte Popa ci dirigiamo al molo di Old Bagan (chiedete informazioni, non è semplice arrivarci) e noleggiamo un’imbarcazione per raggiungere la sponda opposta, da dove raggiungiamo lo stupa dorato Tant Kyi Taung Paya. Per arrivare allo stupa si può prendere il taxi o camminare in salita per circa un’ora lungo una miriade di scalini. Optiamo per la camminata a piedi e il panorama ripaga i nostri sforzi: lo stupa si trova in cima a una collina da cui è possibile ammirare la vasta distesa dei templi di Bagan.
• 4° tappa: i villaggi di Kyaingtong – giorni 5
Da Nyanun U, l’unico aeroporto più vicino a Bagan, viaggiamo verso Kyaingtong, quasi al confine con la Cina, nostro punto di partenza per le escursioni ai villaggi abitati dalle tribù akha e palaung. Arrivati a destinazione troviamo sistemazione leggermente fuori dal centro citta presso Sam Yweat Guest House.
La cittadina ha un bellissimo mercato centrale e un lago (Nyanun Toung) attorno al quale fare una piacevole passeggiata.
Organizziamo le escursioni presso i villaggi locali con una guida incontrata all’aeroporto, con cui riusciamo a contrattare un prezzo più basso rispetto agli standard del posto; l’inconveniente è che il suo inglese non è facilmente comprensibile. In alternativa, se non avete problemi di budget, potete affidarvi alle escursioni organizzate dal Princess Hotel, nel centro città.
Per la visita dei villaggi locali sono sufficienti due giorni pieni: bellissima è l’escursione sino al villaggio Lahu Shi, una esperienza indimenticabile! Suggestivi sono anche i villaggi Wan Nyek e Wan Saen, dove le tribù vivono ancora nelle tradizionali longhouse: per arrivare a destinazione si impiegano 3 ore in macchina e un’ora di trekking in salita; occorre inoltre lasciare il passaporto alla frontiera con la Cina per poi riprenderlo al ritorno.
• 5° tappa: Inle lake – giorni 3
Arriviamo in aereo da Kyaingtong a Heho e ci spostiamo in taxi a Nyaungshwe, punto di accesso al lago Inle. Qui, soggiorniamo al Gipsy Hinn: offre camere pulite ed economiche e i gestori sono molto disponibili e gentili.
Partiamo per l’escursione sull’Inle Lake in barca a motore. Per contenere il budget conviene contrattare direttamente con i barcaioli che si trovano lungo le strade anziché affidarsi all’albergo in cui si soggiorna, in quanto di norma prende una commissione sull’escursione.
Ci fermiamo presso gli orti galleggianti, il pittoresco mercato Ywama, i laboratori di argento, seta, di sigaretta e costruzioni di barche: si tratta di botteghe su palafitte in legno che, anche se turistiche, consentono di assistere alle attività artigianali del posto. Visitiamo il monastero Nga Hpe Kyaun, che sorge sulla sponda est del lago. Il monastero è riportato dalle guide turistiche come attrattiva da visitare: qui, ci sarebbero gatti addestrati dai monaci a saltare nei cerchi. Oggi nulla di tutto ciò pare esserci più: un monaco di riferisce che è stato posto fine a questa pratica stante la mole ingente di turisti che disturbava le cerimonie religiose.
Il Lago Inle ospita anche un mercato galleggiante che, al momento del nostro viaggio (agosto 2016), si teneva ogni 5 giorni. Tuttavia, si riduce a pochissime barchette e ci ha lasciato un po’ delusi rispetto ai bellissimi mercati galleggianti di Banjarmasin, in Indonesia.
Visitiamo il giorno successivo il Mingala Market, il mercato di Nyaungshwe che si tiene ogni giorno alle porte della città, e noleggiamo una bici con cui visitiamo i dintorni del lago.
• 6° tappa: trekking dall’Inle Lake a Kalaw – giorni 2
Partiamo per il trekking con la nostra simpatica guida Shan Hea. Gli scenari sono stupendi: distese di risaie, piantagioni di tè, famiglie di contagini al lavoro e soprattutto tanti sorrisi.
Arrivati stanchi e felici a destinazione, organizziamo il trasporto per la visita al campo degli elefanti in programma per il giorno successivo
• 7° tappa: visita al campo degli elefanti – giorni 3
Una delle esperienze da non perdere in Myanmar è stare a stretto contatto con gli elefanti. Abbiamo scelto il Green Hill Elephant Valley Camp, che si occupa di garantire il rispetto e il giusto trattamento agli animali.
Terminata la visita, fermiamo a Kalaw un pick up locale per ritornare a Nyaungshwe. Nel tardo pomeriggio del giorno successivo, prendiamo il pullman che ci porterà nella notte a Yangon in circa 12 ore.
• 8° tappa: Yangon – giorno 1
Arriviamo di mattina a Yangono e, su consiglio di due viaggiatori incontrati durante il tragitto in pulmann, ci rechiamo nella zona sud della città, vicino a Kyauktada, dove troviamo sistemazione presso il De Sat Hostel, con camere pulite e gestori disponibili.
I must do di Yangon
– Shwedagon Pagoda
E’ il famoso stupa dorato simbolo del Myanmar, visibile da quasi ogni punto di Yangon. La mappa turistica che viene fornita all’ingresso con il biglietto fornisce ogni spiegazione utile del tempio.
– Chaukhtatgyi Paya
All’interno di un capanno con tetto in metallo è custodita un enorme statua di 65 m raffigurante un buddha disteso.
– Bogyoke Aung San Market
E’ un vasto mercato coperto dove si possono acquistare souvenir, lacche e pantofole locali a un ottimo prezzo.
– Il mercato nella zona di Lanmadaw
E’ uno dei mercati più belli e pittoreschi che abbiamo visto in tutta l’Asia! Qui, abbiamo gustato dell’ottimo street food. Non abbiate timore per il vostro intestino e seguite sempre la regola aurea: niente cibi crudi e affidatevi alle bancarelle maggiormente frequentate dagli avventori del posto, che di norma sono quelle più pulite e con cibo buono.